L’espressione si traduce in italiano con “intento di ricerca”, cioè la richiesta dell’utente quando si “rivolge” ai motori di ricerca utilizzando determinate parole chiave.

Quando utilizzano un motore di ricerca, infatti, le persone hanno in mente qualcosa di specifico (le risposte ai loro problemi, informazioni sui servizi disponibili, offerte o recensioni sul prodotto a cui sono interessati e così via) e il search intent, rappresenta proprio la spiegazione del motivo per cui un utente ha eseguito una ricerca online utilizzando quella query, cioè quella domanda/richiesta di informazioni, fatta di una o più parole chiave.

In base al search intent chi crea contenuti intercetta la richiesta dell’utente, per fornirgli le informazioni che cerca.

Più il contenuto è ben fatto, coerente e “a norma”, migliore sarà il ranking all’interno delle pagine dei motori di ricerca.

Comprendere e intercettare la richiesta che muove l’azione e l’interesse delle persone online è fondamentale per poter presentare dei contenuti validi, diventando cruciale per la SEO e per il posizionamento.

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Tipi di search intent

Per semplicità i search intent degli utenti vengono fatti rientrare in alcune macrocategorie di query.

1. Informazionale

L’utente si sta documentando su un argomento in particolare.

Si tratta solitamente domande che hanno una risposta precisa fornita dai motori di ricerca (per esempio: “che cosa è la raccolta differenziata”?).

2. Navigazionale

L’utente cerca informazioni su un sito particolare, perché conosce già un prodotto o un’azienda.

Di solito vengono fuori come risultati le pagine ufficiali dei siti web di riferimento, fornendo ovviamente delle alternative aggiuntive (per esempio: “scarpe Nike” fa venir fuori il sito ufficiale della Nike).

3. Transazionale

Un’azione concreta da parte dell’utente, che può essere sia l’acquisizione di un prodotto o di un servizio (gratis o a pagamento), che un download di un software, la registrazione a una newsletter o altro (per esempio: “Download Facebook”).

4. Commerciale

L’intento dell’utente è raccogliere informazioni prima di effettuare una scelta d’acquisto, fare un approfondimento sulle caratteristiche di servizi e prodotti per acquisti futuri perché non ha ancora preso una decisione finale su quale soluzione è giusta per lui (per esempio: “meglio iphone o samsung galaxy”).

Tipi di risultati

Cerca qualsiasi cosa su Google e guarda i risultati.

Ai primi posti ci sono solitamente i contenuti a pagamento (contraddistinti dalla scritta “Ann” che sta per “Annuncio“).

Poi ci sono pagine che gli algoritmi mostrano solo perché pertinenti ai termini della ricerca effettuata.

Questi sono i risultati “organici

In inglese, il termine organic significa naturale, in riferimento a qualcosa che si sviluppa senza forzature esterne o interventi artificiali: pertanto, ricerca organica è appunto quella composta esclusivamente da risultati che appaiono in modo naturale, sulla base dei rigorosi calcoli algoritmici e senza l’aggiunta dei pagamenti degli inserzionisti.

La ricerca organica è l’area del lavoro del digital marketing verso cui si concentra per definizione la SEO, che studia le tattiche e i miglioramenti necessari ad aumentare la visibilità organica delle pagine di un sito.

Se alle origini era facile individuare quali fossero i risultati organici (i classici 10 link blu che apparivano dopo la digitazione di una query) oggi la situazione è molto più complessa per via della presenza di tantissime altre feature che possiamo comunque definire organiche (quindi gratuite, non legate a pagamenti).

Per esempio i caroselli con gli articoli di attualità o le immagini e tutti gli altri risultati multimediali estendono la portata della ricerca e permettono all’utente di approfondire la sua query in modo differente.

Le principali differenze tra ricerca organica e a pagamento sono 2.

Il costo

Nel primo caso, non si paga apertamente (ma le attività SEO per migliorare il posizionamento prevedono un investimento monetario vero e proprio), mentre nella paid search è necessaria una spesa in campagne di Google Ads (in cui si paga per ogni click effettuato sull’annuncio).

Le tempistiche

I risultati organici durano di solito maggiormente nel tempo rispetto a quelli a pagamento che, quando finisce la campagna, tendono a sparire. Allo stesso tempo, però, con un investimento in Ads è possibile ottenere dietro pagamento visibilità immediata (per quanto rapida ed effimera), mentre i tempi della SEO per il posizionamento organico possono essere molto più lenti e ci vogliono anche mesi per migliorare il ranking.

Il valore della ricerca organica è elevato perché, per moltissimi siti, rappresenta la prima fonte di visite e di quello che si chiama di conseguenza traffico organico, ovvero il traffico proveniente dai clic di utenti che sono passati attraverso il motore di ricerca grazie a posizionamenti ottenuti senza annunci a pagamento.

Il nostro compito è quindi “coltivare” questo traffico organico e fare in modo che gli utenti che atterrano sulle pagine trovino ciò che si aspettavano, senza tornare indietro delusi alle pagine del motore di ricerca per cliccare su risultati di competitor.

Se vuoi far apparire il tuo sito nei risultati organici e quindi indicizzarlo nel modo migliore la scelta più indicata è quella di affidarsi a professionisti del settore.

Parlami del tuo progetto, valutiamo la strategia migliore insieme!